Il comfort cambia, il termostato pure.
L’idea di una cifra magica valida per tutti scricchiola. Case meglio isolate, controlli più precisi e nuove abitudini costringono a ripensare come scaldiamo gli ambienti dove lavoriamo, studiamo e dormiamo. Non conta solo quanto scaldi, ma dove, quando e per chi.
La fine della vecchia soglia dei 19 gradi
La celebre raccomandazione dei 19 °C nacque durante le crisi petrolifere degli anni Settanta. Serviva tagliare in fretta i consumi e fissare un numero semplice da comunicare. Le abitazioni disperdevano calore. Le finestre a vetro singolo e radiatori poco controllabili rendevano quella soglia un tetto, non una scelta.
Quella regola nasceva dall’emergenza energetica, non dal comfort domestico e nemmeno dalle case efficienti di oggi.
Il suo lascito pesa ancora. C’è chi si sente in colpa se sale oltre 19 °C e resta infreddolito al computer. C’è chi spinge a 23 °C senza chiedersi quanta energia brucia. Gli esperti concordano: un numero rigido non descrive più il comfort reale, soprattutto con più tempo passato in casa e con impianti più intelligenti.
Perché 20 °C diventa il riferimento pratico
Molti tecnici indicano 20 °C come baricentro per i locali dove si sta seduti a lungo, quando l’isolamento è discreto. Non è un dogma. È un punto d’equilibrio in cui comfort, salubrità e consumi tendono ad allinearsi per molte persone.
Un grado in più sembra poca cosa sulla carta. In salotto, fa la differenza tra brividi sottili e benessere stabile mentre si lavora, si legge o si guarda un film. L’umidità, i movimenti d’aria, i vestiti e il pavimento contano quanto il numero sul display. Un 19 °C secco e spifferoso può risultare più freddo di un 20 °C stabile con pavimento tiepido.
Intorno a 20 °C il corpo mantiene meglio la temperatura durante attività sedentarie, riducendo brividi, fatica e stratificazioni infinite di abiti.
Mantenere 20 °C costanti nelle stanze “di vita” riduce anche la condensa su muri e vetri. Meno condensa significa minore rischio di muffe, allergie e danni a intonaci e arredi. L’obiettivo non è scaldare poco a ogni costo, ma scaldare in modo intelligente: caldo dove serve, freddo dove conviene.
Dal numero fisso al “calore intelligente”
Il vero salto non è 19 contro 20. È passare da “una temperatura per tutta la casa” a “ogni stanza ha il suo scopo e il suo orario”. Si chiama riscaldamento per zone e segue le attività reali delle persone.
Temperature suggerite stanza per stanza
| Ambiente | Intervallo consigliato | Motivo |
|---|---|---|
| Zona giorno / studio | Circa 20 °C | Comfort duraturo per attività sedentarie |
| Camere da letto | 16–18 °C | Sonnno più profondo e carico termico minore |
| Bagno | Circa 22 °C durante l’uso | Riduce lo shock termico dopo la doccia |
| Corridoi e disimpegni | Intorno a 17 °C | Comfort di passaggio con consumi contenuti |
Questi valori non sono paletti rigidi. Servono a mettere in relazione attività e temperatura. Soggiorno e studio beneficiano dell’area attorno ai 20 °C. Le camere possono restare più fresche per facilitare l’addormentamento. In bagno un picco temporaneo più caldo aumenta sicurezza e comfort.
Termostati smart e zone: come impostarli
Valvole termostatiche connesse, termostati intelligenti e impianti zonizzati permettono di programmare per stanza o per piano. La gestione diventa selettiva, non generalista.
Una configurazione coerente dei controlli intelligenti può tagliare la spesa annua di circa il 10–15%, aumentando la sensazione di comfort nelle stanze realmente vissute.
Strategie tipiche utili a molte famiglie:
- Raffreddare automaticamente le camere di notte e portarle a temperatura poco prima della sveglia.
- Scaldare il bagno solo nelle fasce di uso mattutine e serali.
- Abbassare il soggiorno quando la casa è vuota e pre-riscaldarlo al rientro.
- Lasciare le stanze inutilizzate a livello anti-gelo, non a temperatura di comfort.
Ogni grado in più può far salire i consumi. Ma adattare bene tempi e stanze evita sprechi, stufette d’emergenza e finestre aperte in pieno inverno. Una casa a 20 °C nei punti giusti può consumare meno di una casa tutta a 19 °C gestita male.
Fermare le fughe di calore
Il calore intelligente comincia dalla casa, non dal display. Bloccare gli spifferi e trattenere la temperatura aiuta, soprattutto in edifici datati o in affitto dove i lavori pesanti non sono possibili.
Piccole mosse che fanno la differenza
- Sigilla fessure intorno a infissi e porte con guarnizioni adesive o paraspifferi improvvisati.
- Usa le tende: apri di giorno con sole, chiudi al buio per isolare i vetri. Pellicole interne riducono la dispersione.
- Migliora i radiatori: pannelli riflettenti dietro quelli su muri esterni rimandano calore nella stanza.
- Scalda i pavimenti freddi con tappeti spessi, meglio se in lana.
- Chiudi le porte delle stanze poco usate per concentrare il calore dove vivi davvero.
- Allontana divani e armadi dai muri esterni per limitare sensazione di freddo e migliorare i moti d’aria.
- Sfrutta il calore di cucina in sicurezza: a forno spento lascia socchiusa la porta per pochi minuti.
- Vesti a strati: intimo termico, calze spesse, maglioni. In camera, borsa dell’acqua calda o cuscino riscaldante.
Messe insieme, queste azioni possono consentire di abbassare il termostato di circa un grado mantenendo un comfort simile, soprattutto negli edifici spifferosi.
Salute, bollette e i rischi del sotto-riscaldamento
Bloccare gli sprechi resta cruciale. Ma ambienti troppo freddi aumentano infezioni respiratorie e favoriscono muffe. Anziani, bambini e persone con patologie croniche pagano il prezzo più alto. Una fedeltà cieca ai 19 °C in ogni stanza può spingere molte famiglie in questa zona rischiosa.
Regola pratica: tieni calde le stanze dove vivi davvero, evita brividi e umidità; risparmia scegliendo tempi e zone, non tagliando indiscriminatamente.
Pensa al riscaldamento come a un budget. Priorità alle aree in cui passi più tempo. Camere fresche ma non gelide. Niente comfort pieno per ripostigli e stanze ospiti non utilizzate.
Casa “calda al punto giusto”: prova pratica serale
Fai un test semplice nell’ora tipica del tuo inverno, in soggiorno, vestito come al solito:
- Se ti muovi di continuo o aggiungi strati, sei sotto la tua soglia di comfort.
- Se in pieno inverno apri le finestre perché l’aria è pesante, la temperatura o la distribuzione del calore sono eccessive o irregolari.
- Se ogni mattina compare condensa sui vetri, ribilancia temperatura e ricambi d’aria.
Regola il termostato a piccoli passi, 0,5–1 °C per alcuni giorni, e osserva come cambia la percezione e il consumo. Con la zonizzazione, differenzia orari e target tra zona giorno, bagno e camere.
Esempi concreti per impostare la settimana
Una coppia in smart working alternato può impostare: soggiorno a 20 °C dalle 8 alle 18 nei giorni lavorati in casa, a 17 °C quando si esce; camere a 17 °C di notte con una risalita breve prima della sveglia; bagno a 22 °C dalle 7 alle 8 e dalle 20 alle 21; ripostiglio a livello anti-gelo. Questa sequenza limita ore di funzionamento non necessarie e aumenta il comfort dove serve.
Chi usa pompe di calore ottiene il meglio con setpoint stabili e continui, evitando grandi oscillazioni. I radiatori tradizionali preferiscono salite e discese più rapide ma coerenti con l’uso degli ambienti. Con tariffe a fasce, conviene programmare pre-riscaldamenti nelle ore meno care, senza superare temperature che costringano poi ad aprire le finestre.
Cosa valutare prima di intervenire
- Isolamento dell’edificio: tetto e infissi incidono sulla velocità con cui la casa perde calore.
- Controlli disponibili: la sola installazione di valvole termostatiche cambia già lo scenario.
- Umidità interna: mantienila su livelli moderati per evitare muffe e tosse persistente.
- Abitudini familiari: orari, presenza di bambini o anziani, attività sedentarie prolungate.
Il comfort non è un numero sul muro: è l’incrocio tra coibentazione, orari, attività, umidità e distribuzione del calore stanza per stanza.
Se vivi in affitto, molte misure sono reversibili e a basso costo: guarnizioni, tende pesanti, tappeti, riflettenti per radiatori. Se stai ristrutturando, valuta coibentazione dell’involucro, serramenti a bassa trasmittanza, valvole smart e contabilizzazione del calore per rendere naturale la gestione “per zona”.
Un approccio sperimentale, qualche dato dai contatori e un calendario coerente portano spesso allo stesso punto: circa 20 °C dove stai fermo, camere più fresche per dormire meglio, picchi mirati in bagno. Meno sprechi, meno condensa, più benessere quotidiano. Questa è la logica del “calore intelligente” che sta mandando in pensione la vecchia regola uguale per tutti.






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