Tra grafici sull’app del termostato e caldaie anziane, la domanda brucia: spegnere quando si esce o lasciare un filo di calore costante? In dicembre 2025 la risposta pesa nel portafoglio e nel comfort quotidiano.
Il nodo vero: il calore scappa, sempre
La casa non è un termos. Anche con infissi nuovi, il calore migra verso l’esterno. Più freddo fuori, più rapida la fuga. Tenere gli ambienti tiepidi tutto il giorno mantiene alta la temperatura media interna e, di conseguenza, le dispersioni nel tempo.
Accendere a fasce riduce i minuti in cui la casa resta molto più calda dell’aria esterna. Meno differenza di temperatura nel totale della giornata significa meno energia necessaria per compensare le perdite.
Riscaldare quando serve, al livello più basso che ti fa stare bene, è quasi sempre la via più efficiente.
Le abitazioni isolate bene perdono calore lentamente. Il comfort dura a lungo anche dopo lo spegnimento. In case datate e spifferose, la temperatura crolla in fretta e la caldaia deve lavorare di più per risalire. Il colpevole non è l’intermittenza in sé, ma l’involucro edilizio.
Come impostare il riscaldamento giorno per giorno
Timer e termostato: la routine che funziona
Imposta due o tre finestre orarie, legate alla tua presenza in casa. Avvia il riscaldamento un po’ prima del risveglio, alleggeriscilo quando esci, riaccendilo prima del rientro. Di notte abbassa leggermente la temperatura, senza trasformare la casa in una cella frigorifera.
Evita scosse termiche. Piccoli ritocchi funzionano meglio dei cambi drastici. Ogni stanza può avere un obiettivo diverso: soggiorno più caldo, camera da letto più fresca, corridoi sobri.
Mezz’ora di anticipo al mattino e un set‑back notturno moderato creano comfort con meno sprechi.
La checklist mentale quando tocchi il termostato
- Resto in casa almeno due ore o sto solo di passaggio?
- Posso ridurre di un grado e restare a mio agio con una felpa?
- Sto scaldando stanze vuote o solo quelle che uso davvero?
- Finestre, tapparelle e tende sono chiuse per trattenere il calore?
- Posso scaldare me stesso (calze, plaid) invece dell’intera casa?
Case diverse, risposte diverse
Un bilocale ben coibentato mantiene temperatura più stabile; due cicli brevi bastano spesso per un comfort accettabile. Un’abitazione anni ’50 con infissi stanchi disperde come un secchio crepato; lì conviene limitare gli spegnimenti lunghi e lavorare con riduzioni moderate, puntando su interventi tampone contro gli spifferi.
C’è anche un tema igrometrico: lasciar scendere troppo la temperatura favorisce condensa e muffa, specie in bagni e camere a nord. La soluzione pratica resta un profilo orario con riduzione, non uno spegnimento totale prolungato.
| Profilo di casa | Strategia consigliata | Motivo |
|---|---|---|
| Appartamento ben isolato | 2–3 fasce orarie, set‑back notturno leggero | Inerzia termica favorevole, dispersioni contenute |
| Villetta con spifferi | Riduzioni brevi, sigillature e tende pesanti | Si limita il calo rapido e lo sforzo di risalita |
| Famiglia sempre in casa | Temperatura stabile ma moderata, zonizzazione | Comfort continuo senza scaldare ambienti inutili |
| Single spesso fuori | Accensioni mirate con pre‑riscaldamento | Si riducono ore calde a casa vuota |
Zonizzazione, abitudini e piccoli lavori che pagano
Valvole termostatiche e testine smart evitano di scaldare stanze inutilizzate. I termostati con geolocalizzazione accendono quando ti avvicini a casa. Questi strumenti rendono l’intermittenza più precisa, ma non riparano un cappotto mancante o una finestra che spiffera.
Le abitudini contano. Chiudi le porte interne per creare “isole” di calore. Sfiata i radiatori a inizio stagione se gorgogliano o sono freddi in alto. Metti paraspifferi, sigilla i telai, usa tende pesanti la sera. Una soglia ben chiusa può valere quanto una mezz’ora di caldaia.
Taglia le dispersioni e ogni kWh speso scalderà davvero te, non il cortile.
Temperature di riferimento utili
Molti trovano comfort nei soggiorni tra 18 e 20 °C, con un leggero calo notturno. Nei disimpegni bastano valori più bassi. Il trucco è la coerenza: obiettivi realistici, poche eccezioni, niente picchi “da panico” al rientro.
Spegnere del tutto: quando conviene e quando no
Se esci per diverse ore, ridurre la temperatura o spegnere in fasce allunga il periodo “freddo” e limita le perdite. Se parti per il weekend e la casa tende alla condensa, mantieni un livello minimo in bagni e camere sensibili. In aree molto fredde proteggi tubazioni a rischio con un set minimo e isolamento dei tratti esposti.
Domande rapide, risposte nette
- Conviene sempre spegnere quando esco? Se stai via parecchie ore, sì. Per assenze brevi, meglio un set‑back invece dello spegnimento totale.
- Qual è la temperatura “giusta”? Per la maggioranza, 18–20 °C nelle zone giorno. Di notte e nei corridoi, un po’ meno.
- La caldaia soffre se accendo e spengo? Gli apparecchi moderni nascono per modulare e cicliare. La manutenzione annuale conta più della scelta tra continuo e fasce.
- Rischio muffa se abbasso troppo? Se la casa è umida, riduci poco, arieggia in modo controllato e valuta un deumidificatore nelle stanze critiche.
- I termostati smart fanno risparmiare? Funzionano se allinei orari e zone alla tua vita reale. Non compensano pareti fredde e spifferi.
Un passo avanti: inerzia termica e “profilo personale”
L’inerzia termica spiega perché due case reagiscono in modo diverso alla stessa strategia. Muri pesanti e ben isolati accumulano calore e lo rilasciano lentamente; legno leggero e ponti termici lo perdono in fretta. Osserva come varia la temperatura due ore dopo lo spegnimento: se il calo è minimo, puoi allungare gli intervalli; se scende a picco, preferisci riduzioni brevi e lavora sui punti di perdita.
Costruisci un profilo onesto della tua settimana. Esempio: chi lavora da remoto può impostare un caldo moderato in studio, freddo altrove, con un boost breve per il pranzo. Una famiglia con bambini piccoli privilegia tempi più lunghi nelle fasce serali e un notturno solo attenuato nelle camere.
Un esempio pratico da replicare
- Mattino: avvio 40 minuti prima della sveglia, obiettivo moderato nel soggiorno.
- Giorno: riduzione nelle stanze vuote, solo studio attivo se serve.
- Sera: riaccensione prima del rientro, porte chiuse e tende abbassate.
- Notte: set‑back leggero, bagno a livello minimo se soggetto a condensa.
Intermittenza ragionata + dispersioni ridotte + abitudini coerenti = bollette più leggere senza rinunciare al comfort.
Informazioni utili per andare oltre
Vuoi misurare senza strumenti? Annota per una settimana tre dati: ore di accensione, temperatura impostata, meteo del giorno. Se una stanza resta fredda a parità di orari, lì si nasconde una perdita. Una striscia di carta vicino alla finestra che vibra indica passaggi d’aria da sigillare. Dopo gli interventi, ripeti la prova e confronta i tempi di riscaldamento.
Se stai valutando un upgrade, pensa alla priorità: prima riduci le dispersioni (guarnizioni, cassonetti delle tapparelle, coibentazione di base), poi ottimizza il controllo (valvole termostatiche, cronotermostato con geolocalizzazione), infine ragiona sull’impianto. Una casa che trattiene meglio il calore rende qualsiasi sistema più efficiente e rende l’intermittenza più dolce e prevedibile.







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