La routine tranquillizza, ma a volte apre una porta inattesa.
La mano scorre sulla tastiera, la memoria muscolare fa il resto. Intanto chi vive di frodi studia le abitudini e colleziona i codici più usati. A dicembre 2025, con acquisti e spostamenti in aumento, gli errori prevedibili diventano terreno ideale per chi tenta il colpo rapido.
Perché alcuni pin piacciono ai ladri
I truffatori non pescano a caso. Partono dalle combinazioni più frequenti, sfruttano pigrizia e schemi facili da ricordare. Liste di codici circolano da anni nei circuiti criminali e si aggiornano con le perdite di dati. In più contesti europei, una quota rilevante di utenti continua a scegliere numeri ovvi.
Quattro cifre prevedibili riducono lo sforzo del ladro e alzano la probabilità che indovini entro tre tentativi.
Ecco i modelli che tornano spesso e che conviene evitare senza esitazione:
- 1234: la scorciatoia “ci penserò più avanti”
- 1111 o 0000: ripetizioni integrali di una sola cifra
- 1212: coppie che si ripetono
- 7777 o altri “numeri fortunati” replicati
- 2580: linea verticale sulla tastiera del bancomat
- 0852, 3699 e simili: disegni semplici sul keypad
Se una porzione non piccola di carte usa codici nella stessa manciata di scelte, tre prove bastano spesso per centrare il bersaglio. E la macchina trattiene la carta solo dopo tre errori, non prima.
Lo scenario del portafoglio smarrito
Centro città, ora di punta. Un portafoglio sparisce dalla borsa. Nessun dispositivo sofisticato: basta il bancomat più vicino. Primo tentativo con 1234, nulla. Secondo con 1212, sblocco. Due prelievi e un pagamento con verifica del pin, e il conto si assottiglia in minuti.
Carta rubata e pin tra i più usati possono prosciugare una mensilità prima ancora che tu ti accorga della scomparsa.
Domanda ricorrente: “ma la banca non blocca dopo tre errori?”. Sì. Per questo i codici prevedibili sono appetibili: non serve provare migliaia di combinazioni, ne bastano pochissime ben scelte.
Come lo sguardo altrui rivela il tuo codice
Non serve rubare un portafoglio per violare un pin. Il “shoulder surfing” vive di attimi: una coda affollata, occhi che sembrano distratti, la mano che non copre la tastiera. Se il tuo codice segue una linea retta o ripete cifre, anche un’occhiata parziale può bastare.
Quel segnale visivo spesso si abbina a un secondo passo: clonazione della carta, furto differito, o presa d’atto del numero per un uso successivo. Quando plastica e cifre finiscono nella stessa mano, la partita si chiude in fretta.
Phishing e telefonate finte
Oggi molte truffe iniziano da messaggi o chiamate “preoccupate”. Email che parlano di movimenti sospetti e chiedono “verifiche”, siti copia della tua banca, operatori che si presentano come “team antifrode” e puntano a estorcerti dati sensibili, codici monouso o il pin.
Nessun impiegato legittimo ti chiederà mai pin o numero completo di carta via telefono, sms o email.
Con le credenziali giuste, i criminali possono inserire nuovi beneficiari, impostare pagamenti ricorrenti o creare carte virtuali, senza toccare fisicamente il tuo portafoglio.
Scegliere un pin che non cede in tre tentativi
Un buon codice non deve essere complicato: deve spezzare le tue abitudini. Evita ogni riferimento a compleanni, targa, indirizzo, numero di telefono, o schemi lineari sulla tastiera.
Cosa evitare quando imposti il pin
| Scelta debole | Perché non funziona |
|---|---|
| Date o anni di nascita (0723, 1985) | Spesso rintracciabili da social o documenti nel portafoglio. |
| Cifre tutte uguali (0000, 4444) | Rientrano fra i primi tentativi di qualsiasi truffatore. |
| Sequenze ovvie (1234, 2345) | Dominano le classifiche di frequenza dei pin. |
| Disegni sul keypad (2580, 1590) | Si indovinano osservando i movimenti delle dita. |
| Numeri personali invertiti | Gli esseri umani riusano cifre familiari; chi truffa lo sa. |
Un metodo pratico per crearne uno migliore
- Prendi un dado e una mappatura semplice (esempio: 1→0, 2→1, 3→3, 4→5, 5→7, 6→9).
- Lancia il dado quattro volte, annota le cifre corrispondenti: ottieni un codice slegato dalla tua vita.
- Associa un’immagine o una frase personale che trasformi quelle cifre in una scena mentale solo tua.
- Esercitati su una tastiera stampata per fissare il gesto prima di usarlo in negozio.
Un pin efficace non parla di te: niente compleanni, indirizzi, numeri di telefono, targhe o percorsi regolari.
Abitudini quotidiane che alzano la difesa
Alla cassa e al bancomat
- Copri sempre la tastiera con l’altra mano, anche se intorno sembra tranquillo.
- Evita sportelli isolati o mal illuminati quando puoi scegliere.
- Se fessura o keypad appaiono allentati o “gonfi”, cambia macchina.
- Chiudi l’operazione e ritira lo scontrino o annulla lo schermo prima di allontanarti.
Su smartphone e pc
- Digita manualmente l’indirizzo del tuo istituto o usa un preferito, non i link nei messaggi.
- Attiva notifiche push per ogni transazione.
- Imposta limiti giornalieri prudenti per prelievi e pagamenti online.
- Abilita approvazioni biometriche quando disponibili per importi elevati.
Ridurre il tempo utile al truffatore è spesso la differenza tra un addebito contestato e una serie di spese già autorizzate.
Cosa fare al primo segnale strano
Se qualcosa non torna, agisci come se il rischio fosse concreto finché non lo hai escluso. Ogni minuto conta.
- Blocca subito la carta chiamando il numero dedicato della tua banca.
- Controlla i movimenti recenti e annota data, ora e importo dei sospetti.
- Contatta il reparto frodi usando canali ufficiali, mai link ricevuti via messaggio.
- Denuncia alle autorità se mancano somme importanti o la carta è stata rubata.
In molti paesi europei, così come nel Regno Unito e negli Stati Uniti, i rimborsi arrivano di norma se segnali rapidamente e non hai condiviso il pin né lo hai scritto vicino alla carta.
Perché conta anche se paghi sempre contactless
Il contactless limita gli importi, ma spesso consente più pagamenti a basso valore prima di chiedere di nuovo il pin. Un portafoglio rubato può coprire taxi, pranzo e carburante senza allarmi immediati. I wallet su telefono o orologio aiutano grazie ai dati biometrici, ma dipendono da un codice di sblocco: se coincide con quello della carta, una singola violazione apre due serrature insieme.
Pensa al pin come a un tassello dentro uno schema più ampio: codici diversi e robusti per telefono, email e carte riducono gli effetti a catena.
Guardando avanti: dal pin ai controlli intelligenti
Gli istituti testano filtri che riconoscono abitudini, dispositivi e luoghi. Carte biometriche con sensore d’impronta sono in prova, e alcuni paesi spingono su autorizzazioni via app per importi elevati. Per ora, però, molti attacchi sfruttano ancora schemi semplici e distrazioni di pochi secondi alla cassa.
Cambiare quelle quattro cifre, e cambiare abitudini di copertura e verifica, chiude proprio la porta che tanti cercano di forzare per prima.
Una stima pratica per capire il rischio
Immagina che una parte degli utenti usi codici “da lista”. Se un ladro prova tre numeri tra i più comuni, non serve fortuna prodigiosa: basta incrociare una carta “debole” per trasformare tre tocchi in denaro contante. A dicembre 2025, con pagamenti più frequenti, questa dinamica trova più occasioni.
Due azioni concrete da fare oggi
- Entra nell’app della tua banca e imposta limiti realistici per prelievi e pagamenti; valuta notifiche per ogni spesa.
- Scegli pin differenti per carta, telefono e casella email: separare le chiavi riduce gli impatti incrociati in caso di furto.







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