E se quel video dicesse altro?" : i filmati Cecopi su Carlos Mazón scuotono dicembre 2025

E se quel video dicesse altro?” : i filmati Cecopi su Carlos Mazón scuotono dicembre 2025

E se quel video dicesse altro?" : i filmati Cecopi su Carlos Mazón scuotono dicembre 2025

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Nei giorni successivi alla DANA che ha colpito la Comunità Valenciana, i riflettori si sono spostati dal maltempo alle registrazioni interne del sistema di emergenza. Non solo per capire chi è entrato e quando, ma per stabilire chi ha garantito la conservazione dei dati e perché.

Registrazioni preservate: cosa sappiamo davvero

Davanti alla giudice, Alfonso López de Vicuña, coordinatore della Prevenzione delle Emergenze della regione, ha spiegato che le telecamere del Cecopi hanno conservato integralmente le immagini del giorno della DANA. I filmati mostrano l’arrivo del presidente regionale Carlos Mazón e di alcuni collaboratori nella sede del centro di coordinamento, mentre fuori la tempesta rallentava città e soccorsi.

Le registrazioni del Cecopi non sono andate perse: esistono, coprono ingressi, parcheggi e aree interne, e fissano orari e movimenti.

Secondo la stessa testimonianza, quattro inquadrature esterne hanno ripreso la sequenza di arrivo, dalla rampa veicolare alla porta laterale del Centro di Emergenza, più camere interne nell’edificio che ha ospitato la riunione del Cecopi. Mazón sarebbe giunto in un’auto con due persone, mentre una seconda vettura avrebbe portato un altro accompagnatore. I nomi non sono stati indicati, per mancanza di un elenco ufficiale.

Le telecamere attive quel giorno

  • Accesso veicolare al complesso
  • Ingresso principale
  • Parcheggio interno
  • Porta laterale del Centro di Emergenza

La scelta di bloccare la cancellazione automatica

Il punto chiave non riguarda solo l’esistenza dei video, ma il loro salvataggio. López de Vicuña ha riferito di aver deciso di sottrarre i file al ciclo di cancellazione mensile previsto dai sistemi di sicurezza. Prima di agire, si è consultato con Jorge Suárez, vicedirettore generale per le Emergenze, che avrebbe dato l’assenso senza esitazioni.

I file sono stati spostati in conservazione protetta per impedire la sovrascrittura: una misura interna, tracciabile, pensata per tutelare la prova.

Dal punto di vista tecnico, l’operazione è semplice: cambiare i flag di retention, esportare su storage isolato o creare un repository separato. Dal punto di vista giuridico, la mossa segna una linea di demarcazione: un dato di servizio diventa materiale potenzialmente probatorio, con implicazioni su catena di custodia, integrità e accessi autorizzati.

Il contrasto con il Palau de la Generalitat

Mentre le riprese del Cecopi sono state preservate, le immagini del Palau de la Generalitat relative a quello stesso giorno risultano cancellate secondo i protocolli automatici. La discrepanza alimenta interrogativi in sede politica e giudiziaria: perché un set è stato messo al sicuro e l’altro no, se entrambi riguardavano ore cruciali?

Luogo Tipologia Stato Procedura
Cecopi (Centro di Emergenza) Telecamere esterne e interne Conservato Protezione manuale dopo consulto interno
Palau de la Generalitat Sorveglianza di sicurezza Cancellato Protocollo automatico di sovrascrittura

L’asimmetria tra salvataggio e cancellazione pesa sulla percezione pubblica: trasparenza da una parte, vuoto dall’altra.

Perché la cronologia conta in una DANA

DANA è l’acronimo spagnolo per Depresión Aislada en Niveles Altos: un pattern capace di scaricare piogge intense in aree ristrette. In questi contesti, ogni minuto pesa sulla gestione. I video non raccontano tutto, ma validano orari, presenze, flussi di entrata e uscita. Nelle emergenze, questo incrocio di fonti aiuta a ricostruire decisioni e ritardi.

  • Quando è stata attivata la sala di crisi e con quale livello di allerta operativa.
  • Chi ha partecipato alla prima riunione di coordinamento e a che ora.
  • Quando sono state autorizzate chiusure stradali ed eventuali evacuazioni.
  • Con quale velocità sono circolate le informazioni tra meteo, protezione civile e soccorritori.

Dal circuito di sicurezza alla prova giudiziaria

La giudice dovrà valutare se e come utilizzare i video del Cecopi. In ambito europeo, le immagini di sorveglianza possono sostenere le timeline se la conservazione rispetta le regole su privacy e protezione dei dati. Qui l’interesse pubblico appare evidente: si parla di movimenti di funzionari in servizio, in edifici istituzionali, durante una crisi.

Le questioni legali che si profilano riguardano tre fronti: tracciabilità della catena di custodia, integrità dei file e completezza delle sequenze. Difesa e parti civili potrebbero chiedere al personale tecnico di testimoniare su retention standard, log di accesso, timestamp dei trasferimenti e modalità di hashing per certificare l’immutabilità dei dati.

Ricadute politiche e percezione pubblica

L’episodio tocca un nervo politico: la fiducia durante emergenze climatiche sempre più frequenti nel Mediterraneo. La decisione di salvare il materiale del Cecopi segnala consapevolezza di un controllo pubblico crescente. La cancellazione al Palau, pur automatica, rischia di apparire come un’occasione persa per fare chiarezza. Per Carlos Mazón e il suo staff, il nastro può confermare prontezza e presenza oppure mettere in luce ritardi e smagliature di coordinamento.

Come lavorano i centri di emergenza con i dati di sorveglianza

I centri di coordinamento europei usano cicli di sovrascrittura tra 15 e 45 giorni. Quando un evento promette strascichi legali o politici, lo staff abbatte la routine e attiva misure di conservazione mirata:

  • Esportazione di finestre temporali su supporti sicuri e isolati.
  • Estensione dei tempi di retention per specifiche telecamere.
  • Accesso limitato a persone autorizzate con log nominativi.
  • Registrazione formale dell’ordine di conservazione con data e scopo.

Questi passaggi generano una traccia documentale che oggi diventa cruciale per valutare la solidità probatoria dei filmati del Cecopi.

Cosa cambia per le prossime emergenze climatiche

Il caso evidenzia l’incrocio tra crisi meteorologiche e prova digitale. Con eventi estremi più frequenti, i decisori pubblici dovranno codificare regole chiare sulla retention in caso di emergenza ad alto impatto. Due piste operative: estensione automatica dei tempi di conservazione quando scatta un certo livello di emergenza e protocolli predefiniti per la messa in sicurezza dei dati su richiesta di autorità giudiziarie o parlamentari.

Le esercitazioni potrebbero integrare timeline anonimizzate ricostruite da dati video, per individuare colli di bottiglia, migliorare il passaggio di consegne tra polizia, vigili del fuoco e sanità, e definire quando i vertici politici devono essere fisicamente in sala crisi rispetto a telepresenza e deleghe operative.

Strumenti pratici per cittadini e amministrazioni

Chi volesse chiedere accesso a registrazioni istituzionali deve considerare due fattori. Primo: la normativa sulla protezione dei dati consente l’accesso solo se compatibile con la finalità originaria e con la tutela di terzi, con oscuramento di volti e targhe quando necessario. Secondo: i tempi sono stretti, perché i cicli di sovrascrittura sono rapidi. Un’istanza tempestiva con indicazione precisa di data, ora e luogo aumenta le possibilità di preservazione.

Per le amministrazioni, vale la pena predisporre checklist operative per le giornate ad alto rischio: chi può ordinare il salvataggio, come si certifica l’integrità dei file, dove si archiviano le copie, come si registrano gli accessi. Un esempio applicativo: simulare un salvataggio d’emergenza durante un’esercitazione, con verifica dei log e calcolo di impronte digitali dei file per verificarne la corrispondenza nel tempo. Questo riduce i rischi di contestazioni su manomissioni e lacune, rafforzando la credibilità dell’intero sistema.

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