Ogni inverno la spia mi rovina la giornata" : a dicembre 2025 Stellantis ti paga il conto AdBlue?

Ogni inverno la spia mi rovina la giornata” : a dicembre 2025 Stellantis ti paga il conto AdBlue?

Ogni inverno la spia mi rovina la giornata" : a dicembre 2025 Stellantis ti paga il conto AdBlue?

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L’ondata di guasti ai sistemi AdBlue pesa da anni su chi usa un diesel ogni giorno. Ora una nuova politica di Stellantis apre spiragli concreti, riportando una parte dei costi in capo al costruttore e dando fiato a chi aveva quasi rinunciato a riparare.

Cosa cambia per chi guida diesel

Stellantis estende in tutta l’Unione europea, e in vari altri mercati del continente, una regola di compensazione per guasti dell’AdBlue su vetture e veicoli commerciali leggeri dotati di SCR. Vale per modelli prodotti tra gennaio 2014 e agosto 2020 dei marchi del gruppo, come Peugeot, Opel, Fiat e Citroën.

Il principio è semplice: se l’hardware emissivo cede prima di quanto un proprietario possa aspettarsi, il cliente non deve sostenere da solo la spesa dei componenti.

Per i veicoli idonei, Stellantis copre integralmente i ricambi legati all’AdBlue fino a 5 anni/150.000 km, con contributi parziali oltre tali soglie.

Nel mondo reale significa attenuare guasti frequenti: AdBlue che cristallizza al freddo, resistenze del serbatoio che non scaldano, sensori livello che impazziscono, centraline che limitano la potenza o bloccano le riaccensioni. Fatture a quattro cifre non sono rare quando il serbatoio o il modulo sono difficili da smontare.

Coperture e limiti, in pratica

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Età/chilometraggio Ricambi coperti Contributo manodopera
Fino a 5 anni e 150.000 km Copertura al 100% dei componenti AdBlue/SCR idonei Piccola quota fissa riconosciuta dall’azienda
Oltre soglia temporale o chilometrica Copertura variabile 30–90% in base a km e regole di marchio Di norma resta una quota fissa modesta, se approvata

Non è una garanzia estesa completa: la manodopera resta in gran parte a tuo carico. Ma quando i moduli AdBlue costano centinaia di euro, spostare la voce ricambi su Stellantis cambia l’equazione economica.

Per molti proprietari il “la tengo o la vendo?” diventa un “la riparo e continuo a usarla” con un conto sostenibile.

Chi rientra davvero

La finestra si concentra su auto e furgoni dei brand Stellantis che rispettano condizioni precise:

  • motore diesel con sistema SCR e serbatoio AdBlue;
  • produzione tra gennaio 2014 e agosto 2020;
  • guasti tipici del circuito AdBlue: sensori, resistenze, moduli serbatoio, centraline;
  • rispetto dei limiti di età e chilometri previsti dalla nuova policy.

L’ammissibilità effettiva si verifica tramite numero di telaio e sistemi interni del marchio. Non ogni guasto vicino al serbatoio rientra. L’obiettivo è sostituire la casualità dei “gesti di cortesia” con un percorso più chiaro e standard.

I guasti che la misura intende mitigare

  • cristallizzazione dell’AdBlue in climi freddi, con tappo di cristalli in tubi e iniettori;
  • resistenze del serbatoio che non portano il liquido a temperatura;
  • sensori di livello che leggono male e accendono allarmi continui;
  • logiche software severe con conto alla rovescia fino al divieto di avviamento.

Come chiedere il rimborso a Stellantis

Passo 1: verifica di base

  • Controlla la data di produzione su libretto o libretto di manutenzione.
  • Annota il chilometraggio attuale dal quadro strumenti.
  • Verifica che il tuo modello appartenga a un marchio del gruppo Stellantis.

Se l’auto usa AdBlue ed è stata costruita tra inizio 2014 e fine estate 2020, sei probabilmente nel perimetro principale.

Passo 2: documenti e prove

  • Conserva fatture di riparazioni precedenti su AdBlue o SCR.
  • Richiedi le stampe diagnosi con i codici errore.
  • Segna date, km e sintomi di ogni intervento.
  • Archivia tutto su carta e in formato digitale.

Spesso la differenza tra pratica approvata e rifiutata sono due fatture dimenticate in un cassetto.

Passo 3: canale ufficiale

Contatta un’officina autorizzata del tuo marchio o l’assistenza clienti nazionale. Descrivi i sintomi, cita eventuali riparazioni passate e specifica che chiedi supporto ai sensi della nuova policy AdBlue europea. L’officina eseguirà una diagnosi, confronterà il guasto con i casi noti e invierà la richiesta interna a Stellantis. L’ok del costruttore stabilisce la percentuale di copertura.

Passo 4: rimborsi retroattivi

La misura può valere anche per lavori già pagati, se rientrano in alcune condizioni:

  • riparazione avvenuta non oltre circa 24 mesi fa;
  • meno di circa 50.000 km percorsi da quell’intervento;
  • intervento su moduli serbatoio, resistenze, sensori o centraline AdBlue.

Chi ha ricevuto solo piccoli sconti dal 2021 può ottenere un’integrazione forfettaria. Importi e tempi variano per marchio e paese. Chiedi una conferma scritta che la pratica sia stata registrata come “richiesta retroattiva”.

Esempio concreto: il furgone del pendolare

Immagina un van diesel del 2016 con 120.000 km. In una mattina gelida appare l’avviso AdBlue con conto alla rovescia. Prima: telefonata tesa, garanzia scaduta, preventivo a quattro cifre. Oggi: se rientra nel perimetro tempo/km, i ricambi del modulo serbatoio e dei sensori possono passare al 100% a carico del costruttore. La manodopera resta perlopiù al cliente, ma il totale cala sensibilmente.

Chi ci guadagna davvero

  • Proprietari e professionisti: chi macina chilometri riprende controllo dei costi e allunga la vita utile del mezzo.
  • Mercato dell’usato: un diesel con riparazione AdBlue documentata e supportata dal marchio tiene meglio la valutazione.
  • Rete officine: lavori prima “improponibili” diventano accettabili per il cliente e fatturabili in modo ordinato.
  • Città e amministrazioni: più sistemi SCR funzionanti significano meno NOx senza misure drastiche di blocco.

La mossa apre una questione più ampia: chi paga quando l’hardware emissivo dura meno dell’auto?

Cosa fare adesso se il tuo diesel va bene

  • Apri una cartella dedicata con tutte le fatture e le diagnosi.
  • Fotografa ogni documento con lo smartphone per ritrovarlo al volo.
  • Chiedi che in fattura l’officina descriva il difetto con precisione, non solo “spia motore”.
  • Annota meteo, chilometri e comportamento dell’auto quando appare un avviso AdBlue.

Se valuti la vendita nei prossimi mesi, valuta di chiudere prima eventuali riparazioni idonee: un intervento riconosciuto da Stellantis, ben documentato, è un argomento forte in trattativa.

AdBlue e SCR: come evitarne i guasti prima che accadano

  • Usa AdBlue conforme ISO 22241 e conservalo al riparo dal gelo.
  • Nei climi freddi, parcheggia in garage quando possibile per ridurre la cristallizzazione.
  • Non ignorare gli avvisi di livello basso: la pompa lavora a secco e accelera l’usura.
  • Mantieni efficiente la batteria: tensione stabile aiuta resistenze e centralina del serbatoio.
  • Chiedi aggiornamenti software: molte case hanno logiche meno punitive sulle partenze.

Quanto puoi risparmiare davvero

Un modulo serbatoio con sensori può costare diverse centinaia di euro. Con copertura al 100% dei ricambi, il risparmio copre gran parte del conto. Resta la manodopera, che può incidere se il serbatoio è difficile da smontare. Con coperture parziali oltre la soglia di 5 anni/150.000 km, anche un 50% sui pezzi può rendere sostenibile una riparazione che, altrimenti, spingerebbe a vendere o rottamare.

Rischi se rimandi e opportunità se agisci

  • Rimandare la diagnosi porta al blocco avviamento: fermo macchina e costi extra di traino.
  • Un guasto non registrato oggi è una pratica più fragile domani, specie per rimborsi retroattivi.
  • Chi usa l’auto per lavoro riduce l’esposizione finanziaria con una documentazione curata e tempestiva.
  • Se stai per comprare un usato Stellantis diesel, chiedi subito storico lavori AdBlue: può valere centinaia di euro sul prezzo.

Questa politica fa intravedere come i costruttori potrebbero gestire domani i costi dei sistemi complessi, dalle emissioni alle batterie. Con veicoli sempre più sofisticati, il confine tra garanzia classica e responsabilità di lungo periodo si sposta. Per chi guida diesel, l’AdBlue diventa un banco di prova concreto per capire come cambierà l’assistenza nei prossimi anni.

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