Promette emozioni concrete per chi ama viaggiare piano.
Sotto i neon del Nevada, una Citroën Méhari arriva sul palco delle grandi aste con una storia di Riviera, restauro attento e un seguito crescente tra i collezionisti americani alla ricerca di originalità vera.
Un’icona da spiaggia sotto i neon di Las Vegas
Questo esemplare non nasce in un deserto. Viene dal Var, lungo il Mediterraneo, dove la Méhari ha costruito la sua fama tra mercati, pontili e strade costiere. Prima di salpare verso gli Stati Uniti è passato dal Méhari Cassis Club, atelier specializzato del Sud della Francia. Quel nome sul portellone posteriore vale come biglietto da visita per chi segue questo filone.
A dicembre 2025 la piccola Citroën affronterà un’arena dominata da V8 e supercar moderne, durante una vendita RM Sotheby’s a Las Vegas. Il contrasto è netto, e proprio lì sta la sua forza: non gioca la carta della potenza, gioca la carta del carattere.
Dalla Costa Azzurra alla Strip: la Méhari intercetta il rialzo silenzioso dei classici “leggeri” che puntano su stile e semplicità.
Leggera, semplice, diversa: perché attira in America
La Méhari occupa poco spazio e regala tanto sguardo. Parcheggiata accanto a un pickup full size sembra un giocattolo, ma proprio quella compattezza convince i collezionisti che vogliono qualcosa di diverso dal solito cromato americano. Sotto il cofano c’è il bicilindrico 602 della famiglia 2CV/Dyane: pochi cavalli, parecchia personalità sonora. La trazione resta anteriore, adatta alle spiagge e ai viali tranquilli.
Citroën scelse un telaio tubolare abbinato a una carrozzeria in ABS. Una scelta audace alla fine degli anni Sessanta: niente ruggine, peso ridotto e lavaggio con la canna dopo una giornata di sabbia. La filosofia è tutta qui: uso libero, manutenzione semplice, sorriso garantito.
Con poco più di mezzo quintale sulla bilancia, la guida somiglia a una sdraio motorizzata: essenziale, leggera, diretta.
I numeri che contano davvero
| Caratteristica | Esemplare in vendita |
|---|---|
| Motore | Bicilindrico boxer 602 cc raffreddato ad aria |
| Trazione | Anteriore |
| Base meccanica | Citroën Dyane 6 / famiglia 2CV |
| Carrozzeria | Plastica ABS |
| Peso indicativo | Circa 525 kg |
| Casa d’aste | RM Sotheby’s, Las Vegas |
| Formula | Senza riserva |
| Stima | 40.000 – 60.000 $ |
Stima 40–60 mila dollari, e martello senza rete
La forbice proposta da RM Sotheby’s sorprende chi ricorda le Méhari come utilitarie da noleggio dietro ai campeggi. Il mercato però è cambiato. Gli esemplari ben allestiti, preferibilmente passati da mani specializzate e documentati, oggi attirano domanda internazionale. La vendita senza riserva aggiunge pepe: il lotto va al miglior offerente, qualunque sia l’ultimo rilancio.
Senza riserva significa tensione vera: un colpo in più e si passa dal colpaccio al record per un modello di nicchia.
Negli Stati Uniti cresce l’interesse per i classici europei a bassa potenza e alto charme, dai Fiat 500 ai primi Range Rover. La Méhari si inserisce in questo filone: vista scenografica, guida all’aria aperta e un immaginario di vacanze che non richiede budget da supercar.
Cosa può spingerla oltre le attese
- Restauro e cura firmati Méhari Cassis Club, garanzia per componenti e assemblaggi.
- Ricetta adatta al Sun Belt: carrozzeria aperta, interni lavabili, forme che parlano di clima caldo.
- Contrasto forte con il parco auto tipico delle aste USA, con impatto social immediato.
- Ingombrò limitato in box e magazzini rispetto a coupé e truck americani.
- Spinta generazionale verso veicoli di fine ’60–anni ’80 legati allo stile di vita, non ai tempi sul quarto di miglio.
Da attrezzo di lavoro a oggetto da collezione
Nel 1968 la Méhari nasce per agricoltori, attività costiere e famiglie con bisogno di praticità lavabile. Anche forze armate e corpi di polizia la impiegano per servizi leggeri in zone rurali e isole. Ha portato tavole da surf, casse di frutta, bombole, attrezzi da cantiere. Molti esemplari hanno vissuto duro, e la selezione naturale ha fatto il resto.
Oggi la scarsità degli esemplari sani determina le quotazioni. Trovare telaio in ordine, pannelli in ABS integri e set-up originale non è scontato. Qui i preparatori specializzati hanno costruito valore: competenza, ricambi e un approccio filologico hanno trasformato una spiaggina “usa e getta” in una piccola icona da curare.
Lo stesso copione visto con 2CV e Mini degli inizi: da mezzo popolare a classico cercato, quando rimane pulito e coerente.
Le alternative “fun” e perché scegliere la Méhari
Nel panorama globale convivono proposte simili: Volkswagen Thing, Fiat Jolly, Mini Moke e piccole serie da spiaggia. Condividono protezione minima dalle intemperie, colori vivaci e memoria di vacanze. La scelta spesso nasce da ricordi personali. A parità di sentimento, la Méhari offre vantaggi concreti: meccanica diffusa della famiglia 2CV, costi d’uso contenuti e una guida intuitiva.
Comprare e usare una Méhari negli USA: cosa ti aspetta
Consumi ridotti, pneumatici economici e ricambi facilmente spediti dall’Europa giocano a favore. Negli Stati Uniti esiste una rete di appassionati 2CV che gestisce manutenzioni ordinarie senza drammi. Il lato caldo della medaglia riguarda sicurezza e protezione: niente airbag, poca barriera laterale, rumorosità elevata. La plastica ABS non teme la ruggine ma può scolorire o fessurarsi senza cura. Molte compagnie assicurative la inquadrano come veicolo da collezione, con chilometraggi annui limitati e premi più bassi.
La città trafficata non è il suo habitat. Va meglio in località di mare, community private, strade interne di ranch, contesti aeroportuali e portuali. L’effetto-attirano sguardi non manca mai, e spesso basta la velocità del parcheggio per regalare sorrisi.
Rischi e vantaggi per chi cerca carattere
Il rischio maggiore sta nel pagare troppo un oggetto che resta di nicchia. Il mercato è sottile rispetto a Mustang o 911, quindi la rivendita rapida non si può dare per certa. Vanno considerati trasporto, eventuali verifiche d’importazione e adattamenti richiesti dalle leggi statali. La regola federale dei 25 anni facilita l’ingresso di veicoli storici, ma conviene verificare requisiti locali su luci, cinture e targatura.
Il ritorno vero non si misura in cavalli: lo misuri nei racconti che suscita fermandoti al bar o al cars & coffee del quartiere.
Dicembre 2025 come cartina di tornasole per le quotazioni
Se il martello salisse oltre la stima alta, i proprietari nel mondo riconsidererebbero le richieste. Un esito più prudente manterrebbe i listini su livelli stabili. Influiscono varie correnti: la voglia di meccanica analogica accanto all’avanzata elettrica, l’attenzione a oggetti fotogenici premiati dai social, la ricerca di uso saltuario con costi di esercizio gestibili.
Checklist pratica per chi pensa di fare un’offerta
- Controlla il telaio: ossidazioni, punti di saldatura, allineamenti.
- Esamina i pannelli in ABS: crepe, riparazioni, differenze di tonalità.
- Verifica la provenienza dei ricambi e le fatture del restauro.
- Prova freni e sterzo su fondo irregolare: devono restare dritti e progressivi.
- Chiedi il kit telone/archi e la configurazione dei sedili, spesso determinanti nell’uso quotidiano.
- Accertati della conformità per l’immatricolazione nel tuo Stato e delle limitazioni assicurative.
Esempio realistico di primo anno d’uso
Una Méhari simile richiede un tagliando iniziale con cinghie, fluidi, freni e pneumatici nuovi se datati. Metti in conto il trasporto interno post-asta, la pratica di titolazione e una copertura assicurativa da veicolo storico. Con percorrenze limitate e manutenzione preventiva, la spesa annuale rimane contenuta rispetto a muscle car o GT storiche, mentre il valore di rivendita dipende dallo stato d’uso e dalla qualità del restauro.
Per chi vuole arrivare preparato al giorno dell’asta, conviene contattare in anticipo un’officina 2CV locale, prenotare un’ispezione post-acquisto e definire il budget massimo, compresi diritti d’asta e spese logistiche. Così si evita l’acquisto d’impulso e si trasforma un colpo di fulmine in una scelta sostenibile nel tempo.






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