Mi si gelano le creste": a dicembre 2025 i tuoi polli soffriranno? 7 abitudini che ti mancano

Mi si gelano le creste”: a dicembre 2025 i tuoi polli soffriranno? 7 abitudini che ti mancano

Mi si gelano le creste": a dicembre 2025 i tuoi polli soffriranno? 7 abitudini che ti mancano

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Quando il termometro scende, le galline non chiedono coperte ma abitudini ferme. Riparo dal vento, asciutto costante e acqua non ghiacciata trasformano una stagione difficile in un periodo gestibile. Chi inizia ora a sistemare pollaio e routine evita geloni, cali di uova e litigi nel gruppo.

Galline resistenti, ma non invulnerabili

La piuma funziona come un piumino naturale: trattiene aria e protegge il corpo anche con aria frizzante. Razze nate in climi freddi, come Plymouth Rock o Orpington, reggono meglio. Le parti scoperte però restano esposte. Cresta, bargigli e dita, se umidi e al vento, cedono in poche ore.

Il freddo secco è gestibile; il mix pericoloso è umidità più spifferi più alloggio mal progettato.

Molti proprietari sopravvalutano l’isolamento e sottovalutano l’aria. Un pollaio sigillato “per scaldare” diventa bagnato e irritante per le vie respiratorie. Piccoli interventi strutturali, fatti bene, proteggono più di accessori costosi.

Un pollaio pronto all’inverno

Bloccare gli spifferi senza chiudere l’aria

La regola è semplice: niente vento sulle posatoie, pavimento asciutto e ventilazione alta, sotto il tetto. Non serve un box ermetico; serve far uscire l’aria umida senza far entrare correnti gelide all’altezza delle galline.

  • Chiudi fessure alla quota delle posatoie, dove colpisce il vento diretto.
  • Tieni le prese d’aria più in alto dei posatoi, così il vapore risale e si disperde.
  • Proteggi il lato esposto ai venti dominanti con pareti piene o pannelli.

Materiali semplici funzionano: pannelli di compensato, cartone dietro legno, sughero. Rialzare il pollaio su blocchi evita che il freddo e l’umidità risalgano dal suolo.

Punta a un pollaio che “respira piano”, non a una scatola che spiffera da ogni giuntura.

Lettiera profonda e asciutta

La lettiera non è solo igiene: intrappola aria, isola e assorbe umidità da fango e deiezioni. Con il metodo “a strati”, si aggiunge materiale pulito periodicamente, mantenendo il fondo caldo e controllato.

Tipo di lettiera Vantaggi in inverno Attenzioni
Paglia Isola bene, facile da reperire, stimola lo scratching Può trattenere umido: rivolta e aggiungi strati di frequente
Trucioli di legno Assorbenti, ordinati, meno soggetti a muffe Scegli trucioli depolverati per proteggere le vie respiratorie
Canapa tritata Molto assorbente, ottima in compostiera Di solito più cara della paglia

Coerenza è la chiave: togli macchie bagnate o con muffa, aggiungi materiale fresco e non tollerare odore di ammoniaca. Se lo senti tu, le loro vie aeree sono già irritate.

Proteggere cresta, bargigli e dita

I danni da gelo arrivano spesso senza rumore: una notte umida, un colpo di vento e la punta della cresta schiarisce o imbrunisce. Razze a cresta grande, come le Leghorn, rischiano di più con umidità e brezza.

La maggior parte dei geloni nasce dall’acqua: lettiere bagnate, tetti che gocciolano o volti umidi alla sera.

Due mosse contano davvero: mantenere aria e lettiere asciutte, evitare che le facce restino bagnate prima di salire in posatoio. Una sottile passata di vaselina sulle creste più grandi, nelle notti più rigide, limita screpolature e “vento bruciante”. Sottile significa pelle che respira.

Alimentazione: energie costanti

Più calorie, non solo mais

Con il freddo il corpo consuma di più. La razione base bilanciata resta il pilastro, ma serve un “pieno” migliore nelle ore giuste.

  • Mantieni il mangime completo come colazione, anche in versione pappa tiepida con acqua calda.
  • Offri un piccolo mix di granaglie nel tardo pomeriggio: la digestione notturna genera calore.
  • Varia scarti di verdura di stagione (cavolo, carote, zucca) per vitamine e fibra.

Attenzione alle proteine: sostengono piume e tono muscolare. Semi di girasole, piselli o pellet proteici in dosi moderate aiutano a mantenere mantello lucido e corpo pronto allo sforzo termico.

Acqua liquida, non ghiaccio

Quando l’abbeveratoio congela, cala anche l’appetito. Senza acqua, digestione, uova e difese vanno in affanno.

  • Controlla l’acqua due o tre volte al giorno nei giorni più freddi.
  • Usa contenitori scuri e più profondi, che ritardano il ghiaccio.
  • Ripara l’abbeveratoio dal vento e dalla neve, meglio sotto una tettoia.

L’idratazione stabile tiene in moto digestione, ovodeposizione e immunità, anche con dieta corretta.

Uscite controllate nel recinto

Chiudere le galline per settimane crea noia e aggressività. Un’ora in un’area riparata basta per grattare, fare sabbia e muovere i muscoli. Un telo ben fissato o una parte coperta del recinto resta asciutta. Trucioli o paglia sul fango migliorano il grip e allontanano le dita dal terreno gelato.

Barriere visive basse, come pallet o tavole, regalano ripari dai colpi d’aria e riducono i conflitti tra soggetti dominanti e timidi. Il movimento torna fluido e meno stressante.

Segnali di salute da leggere

I problemi respiratori in inverno spesso nascono da umidità e ammoniaca. I campanelli suonano piano: una gallina che indugia sul posatoio, un gallo che smette di cantare, uova che calano con regolarità.

  • Ascolta respiro rumoroso, starnuti, secrezioni nasali.
  • Osserva il colore della cresta: se tende al grigio, la circolazione non lavora al meglio.
  • Guarda la postura: se restano gonfie e accovacciate a lungo, qualcosa non va.

Un contatto tempestivo con un veterinario avicolo può evitare che un’irritazione leggera si trasformi in un problema di gruppo. L’isolamento di un soggetto malato in cassa asciutta e riparata limita i contagi mentre cerchi assistenza.

Perché evitare riscaldamenti pesanti

Stufe e lampade generano comfort apparente e rischio reale: polvere, trucioli e strutture in legno non vanno d’accordo con resistenze calde. C’è anche un effetto collaterale fisiologico: pollai riscaldati impediscono al corpo di “fare il cappotto” in autunno. Se salta la corrente, lo shock è doppio.

Meglio lavorare su isolamento, lettiere asciutte e riparo dal vento. In zone davvero estreme si può proteggere miratamente pulcini o soggetti anziani e fragili, con dispositivi sicuri e sorveglianza costante.

Pianificazione: razze, gruppo e piani B

La scelta delle razze cambia il tuo inverno. Corpi robusti e creste piccole tollerano meglio il gelo rispetto a tipi mediterranei snelli con creste alte. Anche la taglia del gruppo conta: otto ovaiole standard, su posatoi ben progettati, condividono calore più di tre bantam.

Prepara una scorta rapida: abbeveratoio di riserva, torcia frontale, lettiera extra. Una “scatola inverno” vicino alla porta, con guanti, mestolo per il mangime e un kit di primo soccorso, accorcia i tempi nei controlli serali durante le gelate.

Due strumenti pratici per te

Checklist settimanale anti-gelo

  • Posatoi: nessun soffio diretto, prese d’aria alte pulite.
  • Lettiera: niente macchie bagnate; aggiungi uno strato se serve.
  • Acqua: libera dal ghiaccio al mattino e nel pomeriggio.
  • Tetto e giunzioni: zero gocce, zero condensa sopra le posatoie.
  • Diete: pappa tiepida al mattino, granaglie serali misurate.
  • Osservazione: comb, postura, respiro, qualità delle feci a colpo d’occhio.

Esempio di routine giornaliera

Mattina: apri prese d’aria alte, controlla acqua, servi pappa tiepida, sgrana un’area asciutta del recinto. Pomeriggio: rimpiazza eventuali punti umidi della lettiera, distribuisci granaglie, breve ispezione di creste e zampe. Sera: verifica tetto e angoli per condensa, abbeveratoio al coperto pronto per l’alba.

Abitudini ripetibili battono gli “interventi speciali”: costano meno, riducono rischi e mantengono il gruppo stabile fino alla primavera.

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