Ogni volta che collego un caricatore ho paura" : dicembre 2025, prese e costi che non ti aspetti

Ogni volta che collego un caricatore ho paura” : dicembre 2025, prese e costi che non ti aspetti

Ogni volta che collego un caricatore ho paura" : dicembre 2025, prese e costi che non ti aspetti

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La casa cambia in silenzio.

Quello che sembrava un semplice buco nel muro oggi apre un cantiere in miniatura. L’elettricista porta strumenti, norme, responsabilità. E il prezzo, rispetto a pochi anni fa, non assomiglia più a un lavoretto “al volo”.

Perché la “presa in più” ora pesa sul conto

La vita domestica corre sulla corrente. Smartphone, tablet, speaker, robot aspirapolvere, console, postazioni da smart working. Tutto cerca una spina. Le vecchie ciabatte risolvono per un po’, poi arriva la richiesta classica: “me ne metti una qui?”. Il preventivo sorprende molti.

La cifra tipica è passata da circa 30 euro a punto a intorno ai 50, e in diversi casi sale oltre, dicono i professionisti.

Non è solo inflazione. Tre fattori tirano il prezzo verso l’alto: materiali più costosi, manodopera che include tempi invisibili al cliente, regole più severe che non consentono scorciatoie.

Materiali, lavoro e norme: dove finiscono i tuoi soldi

Molto più di una placchetta

Davanti vedi un frutto, un telaio, due fori. Dietro ci sono cavo, giunzioni, protezioni e dimensionamenti. Oggi si usano conduttori con sezione adeguata, isolamento certificato e componenti conformi agli standard nazionali ed europei.

  • Cavi con sezione e isolamento coerenti col carico previsto del circuito.
  • Frutti, scatole e placche certificati e compatibili tra loro.
  • Protezione differenziale e magnetotermica correttamente dimensionata.

Rame e plastiche costano più di ieri. Anche i meccanismi certificati hanno listini più alti. L’epoca del “uso il cavo che ho in furgone” lascia spazio a specifiche precise e tracciabili.

Il tempo che non vedi ma paghi

Aprire la traccia, posare la scatola, tirare il cavo, montare la presa: a volte bastano una o due ore. Ma prima e dopo c’è lavoro che resta dietro le quinte.

  • Sopralluogo in case datate, con impianti incerti o modificati nel tempo.
  • Verifiche strumentali prima dell’intervento sul circuito esistente.
  • Misure a fine lavoro: continuità di terra, isolamento, prova dei dispositivi di protezione.
  • Documenti, dichiarazioni di conformità, talvolta comunicazioni agli enti competenti.

Dal “se funziona va bene” si è passati al “dimostra che resterà sicuro per anni e assumine la responsabilità”.

Questi passaggi riducono il rischio di corti e incendi, ma allungano la visita e aumentano l’esposizione legale di chi firma il lavoro.

Dal “funziona” al “rispetta la norma”

Gli artigiani con esperienza ricordano quando si derivava dal punto più vicino e si chiudeva la giornata. Oggi servono verifiche su terra, sezioni, protezioni e carichi. Una modifica in salotto può scoprire cavi sottodimensionati nel corridoio, un quadro obsoleto o l’assenza di differenziali a protezione dei locali più usati.

Se un guasto provoca un incendio o una scossa, chi indaga guarda prima di tutto l’ultimo che ha messo mano ai cavi.

Per questo molti rifiutano lavori “al nero” o interventi senza test e certificati. Altri inseriscono nel prezzo il rischio di richiami quando il circuito debole comincia a scattare appena la nuova presa alimenta carichi veri.

Che cosa compri davvero con 50 euro a punto

Capire la struttura dei costi aiuta a leggere il preventivo. Gli importi variano per città e condizioni dell’impianto, ma le voci tipiche sono queste.

Voce di costo Cosa comprende
Materiali Cavo, frutto, scatola, placca, fissaggi, eventuali protezioni aggiornate.
Manodopera Trasferta, tracce, cablaggio, test finali, pulizia area di lavoro.
Conformità Dichiarazioni, rapporti di prova, assicurazione, taratura strumenti, aggiornamento tecnico.
Spese fisse Furgone, carburante, permessi, iscrizioni, amministrazione.

Nei lavori piccoli pesano i costi fissi. Una singola presa richiede comunque un mezzo, attrezzi e carte. Molti tecnici applicano un diritto di chiamata e poi un prezzo per punto, che spesso si colloca nella fascia 40–60 euro secondo il contesto.

Come pianificare senza sforare il budget

Pensa per circuiti, non per singole prese

Chiedere una presa vicino al divano oggi, poi un’altra dietro la TV e un’altra in corridoio tra sei mesi fa moltiplicare le uscite. Conviene mappare dove usi veramente l’energia e ragionare su un pacchetto di punti nella stessa visita.

  • Soggiorni pieni di ricariche, console, decoder e soundbar.
  • Home office con PC, monitor, stampante, router e NAS.
  • Cucine con piccoli elettrodomestici alternati sul piano.
  • Camere con lampade, caricabatterie e, d’inverno, stufette.

Richiedere cinque o sei punti in un unico intervento diluisce costi fissi e migliora la progettazione dei carichi.

La scorciatoia delle ciabatte può tradire

Le multiprese aiutano ma nascondono un rischio ricorrente: troppi dispositivi ad alto assorbimento su un’unica presa vecchia, magari mal collegata. Il primo segnale non è la ciabatta che brucia, ma la morsettiera nel muro che si scalda e si rovina nel tempo.

Ciabatta con protezione da sovratensioni per carichi leggeri ok; stufe, phon, bollitori e friggitrice ad aria sullo stesso circuito, no.

Le domande giuste da fare all’elettricista

  • Quale circuito alimenterà questi nuovi punti e quanto è carico oggi?
  • Se il magnetotermico inizia a scattare, quale upgrade risolve la causa, non il sintomo?
  • Puoi misurare terra e isolamento dell’impianto prima di aggiungere prese?
  • Rilasci dichiarazione e report dei test a fine lavoro?

Così la conversazione passa da “perché costa tanto?” a “come lo facciamo sicuro e pronto per domani?”.

Pensare al futuro: carichi che arrivano e piccoli vantaggi nascosti

Una presa nuova oggi spesso alimenta domani qualcos’altro: condizionatori, piani a induzione, pompe di calore, auto elettriche. Chiedere nuove prese può diventare l’occasione per una mini-verifica del quadro, delle linee principali e dei circuiti prioritari. A volte conviene tirare una linea dedicata dal quadro invece di derivare da quella esistente. Il prezzo per punto sale un po’, ma la casa guadagna margine per i prossimi anni.

C’è anche un aspetto economico meno visibile. Circuiti ben distribuiti e protezioni moderne riducono gli scatti fastidiosi, limitano il rischio di danneggiare dispositivi costosi e, in alcune polizze, aiutano a rispettare i requisiti per le coperture contro i danni elettrici. Non lo vedi in fattura, ma lo senti nella quotidianità.

Una simulazione rapida per orientarti

Immagina di voler aggiungere quattro prese: due in salotto, una in cucina e una nello studio. Il tecnico valuta il circuito giorno/notte, controlla la sezione dei cavi in uscita dal quadro e misura la continuità di terra. Se individua un differenziale vecchio, proporrà la sostituzione. In questo scenario:

  • Prezzo per punto nella media: 4 x 50 euro.
  • Eventuale sostituzione del differenziale: costo aggiuntivo una tantum.
  • Un’unica chiamata, un’unica traccia in salotto più una in cucina, testing su due circuiti.

La spesa non raddoppia, perché trasferte e pratiche si pagano una volta. E lo studio riceve un circuito meno carico, utile per computer e rete.

Due accortezze che fanno la differenza

Presa sì, ma dove e con quale carico

Fai un elenco dei dispositivi che userai davvero su quel punto: ricariche leggere? Allora può bastare la linea esistente. Forni portatili o stufette? Meglio una linea dedicata. La posizione conta: una presa accanto al piano cucina regge usi ripetuti e umidità; serve materiale conforme e cablaggio fatto a regola.

Documenti e test non sono burocrazia vuota

La dichiarazione di conformità e i report di prova non sono carta per il cassetto. Ti proteggono in caso di sinistri, aiutano in fase di vendita della casa e dicono, nero su bianco, che quel lavoro è tracciabile. Chiedili sempre e conservali insieme alle foto di come passano i cavi nelle tracce aperte.

Idee utili prima di chiamare

  • Scatta foto delle prese e del quadro; aiutano a preparare il preventivo senza sorprese.
  • Segna dove si scaldano ciabatte o adattatori: sono indizi di sovraccarico.
  • Decidi il colore e lo standard delle placche per evitare incompatibilità in futuro.
  • Valuta prese con USB solo dove servono davvero; i moduli integrati si usurano prima.

Un piccolo audit della tua casa, mezz’ora di domande e misure, spesso vale più di una presa in più messa a caso.

Se stai ristrutturando, pensa a una logica a zone: cucina e lavanderia con linee dedicate; salotto e studio con margine per l’elettronica; camere con punti comodi per ricaricare lontano da prolunghe. Un progetto semplice riduce i costi a lungo termine e limita le opere murarie in futuro.

Chi valuta il fotovoltaico può coordinare le nuove prese con l’ottimizzazione dei carichi diurni. Spostare i consumi “intelligenti” su circuiti chiari aiuta a sfruttare meglio l’energia autoprodotta. Anche senza pannelli, distinguere i circuiti per funzioni rende più facile capire dove nasce un problema quando salta il magnetotermico.

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