Tecnologia, resilienza e nuovi equilibri energetici.
La centrale di Barakah, lontana dai grattacieli di Dubai e Abu Dhabi, si candida a laboratorio del futuro elettrico mediorientale. In queste settimane prende forma un asse con la Francia che promette stabilità alla rete, più opzioni di approvvigionamento e un messaggio politico preciso ai vicini.
Barakah, centrale nel deserto che vuole dettare l’agenda
Barakah sorge sulla costa occidentale degli Emirati Arabi Uniti, affacciata sul Golfo. Quattro reattori ad acqua pressurizzata raffreddati a mare erogano energia continua, riducendo emissioni e colpi di calore sulla rete in piena estate. Per un Paese nato con petrolio e gas, investire su atomo e lunga durata vale come una dichiarazione programmatica: industrializzare senza rinunciare a obiettivi climatici.
Barakah funziona come vetrina: dimostra che il Golfo può gestire infrastrutture critiche complesse secondo standard internazionali.
La strategia di ENEC, proprietaria dell’impianto, ruota attorno a una parola: resilienza. Significa potenza di base pulita e filiere capaci di reggere shock geopolitici. Qui entra in campo Framatome.
Perché gli Emirati cercano un secondo fornitore di combustibile
La guerra in Ucraina ha rivelato quanto dipendere da un solo vendor esponga a rischi commerciali e logistici. Il combustibile nucleare non si sostituisce “al volo”: ogni disegno interagisce con l’idraulica e la termica del reattore. Qualificare una seconda opzione crea margine d’azione e riduce i rischi legati a sanzioni, export control e colli di bottiglia nella logistica marittima.
ENEC ha quindi avviato la qualifica di elementi combustibili prodotti da Framatome e ottimizzati per i reattori APR‑1400 di matrice sudcoreana. L’obiettivo è affiancare il fornitore già in servizio senza rompere la continuità operativa.
Diversificare il core non è “cambiare tutto”: è disegnare alternative compatibili, per passare da prove a contratti a lungo termine.
Dalle prove in core ai contratti pluriennali
I lead test assemblies sono l’equivalente di un passaporto tecnico. Nascono a Richland (Stato di Washington), dove Framatome fabbrica e sottopone i fasci di barre a test termici, meccanici e idraulici. Poi entrano in uno dei quattro reattori di Barakah e vengono seguiti per più cicli di irraggiamento.
Sensoristica, analisi post‑irraggiamento e dati di esercizio diranno se la resa, la vita utile e i margini di sicurezza rispettano le previsioni. A Lynchburg (Virginia), i team modellano comportamento del core, scenari transitori, carichi variabili, e rifiniscono progetto e materiali. In Europa, gruppi in Francia e Germania curano progettazione, metallurgia e controlli qualità.
- Più scelta tecnica per il gestore, senza scosse alla produzione
- Maggiore leva negoziale sui prezzi del ciclo combustibile
- Flessibilità per eventuali potenziamenti o estensioni di vita
- Resilienza della supply chain contro shock politici e logistici
Cosa porta Framatome, dal laboratorio al reattore
Il valore non è solo nel combustibile, ma nel pacchetto integrato di modellazione, analisi di sicurezza e assistenza in campo. Il know‑how maturato su reattori di scuola Combustion Engineering e nei rapporti con utility statunitensi e coreane riduce gli imprevisti in qualifica.
| Luogo | Competenza chiave |
| Richland (USA) | Fabbricazione e test di combustibile per PWR |
| Lynchburg (USA) | Fisica del reattore, analisi di sicurezza, supporto ingegneristico |
| Francia | Progettazione e certificazione, gestione qualità |
| Germania | Materiali avanzati e verifiche indipendenti |
Campioni qualificati oggi, continuità di fornitura domani: così si costruisce un rapporto da decenni, non da trimestre.
Implicazioni regionali: un progetto di riferimento
Riad, Il Cairo e Amman osservano Barakah per capire come impostare regolazione, formazione e procurement. La presenza congiunta di partner emiratini, coreani ed europei comunica aderenza a prassi di trasparenza e cultura della sicurezza. Segnala anche capacità di gestire proprietà intellettuale e controlli all’export senza smuovere timori di proliferazione.
Se la qualifica andrà a buon fine, la centrale diventerà case study per l’area MENA: come diversificare il combustibile, come pianificare gli audit, come dialogare con autorità di sicurezza di tradizioni normative diverse.
Dentro il nocciolo: com’è fatto il combustibile
Un’assembly è un fascio di decine di guaine metalliche in lega a base zirconio, riempite di pastiglie ceramiche di biossido di uranio. L’acqua scorre tra le barre, asporta calore e alimenta le turbine. La geometria dei distanziatori, la composizione delle leghe, la densità delle pastiglie e gli schemi di caricamento cambiano resa e margini di sicurezza.
In apparenza sono dettagli. In esercizio, quei dettagli modulano come il core risponde a variazioni di carico, fermate non programmate e sollecitazioni meccaniche. Per questo i lead test assemblies percorrono iter lunghi, con valutazioni conservative e confronti con benchmark internazionali.
Rischi, garanzie e prossimi passi
Ogni scelta sul combustibile incide su sicurezza e affidabilità. Avere un fornitore con storico operativo ampio, audit frequenti e reporting trasparente facilita il lavoro del regolatore. Lo stabilimento di Richland è ispezionato in modo regolare dalla Nuclear Regulatory Commission statunitense, dato che pesa quando si presentano dossier tecnici in Paesi terzi.
Il tema dei rifiuti resta aperto. Stati diversi valutano depositi geologici profondi o stoccaggi di lungo periodo in superficie. Gli Emirati puntano su gestione intermedia sicura, riduzione dei volumi attraverso uso efficiente del combustibile e monitoraggio delle opzioni di smaltimento disponibili a livello globale.
Se Barakah promuoverà i campioni di Framatome, il rapporto potrà estendersi per più cicli di ricarica. Per la società francese, il successo nel deserto rafforzerà la presenza in mercati emergenti e l’argomento a favore di catene di fornitura diversificate come strumento di sicurezza energetica.
Cosa cambia per i consumatori e per chi investe
La diversificazione del combustibile non fa scendere la bolletta domani mattina. Ma riduce la probabilità di picchi dovuti a interruzioni improvvise e sostiene l’idea di una base elettrica stabile su cui innestare rinnovabili variabili. Per i fondi infrastrutturali, una filiera meno fragile aumenta la bancabilità dei progetti nucleari e l’interesse per servizi ancillari a lungo termine.
- Più stabilità della rete nelle ore di punta estive
- Maggiore prevedibilità dei costi operativi per il gestore
- Spazio per integrazione con solare e accumuli senza ricalibrare tutto il sistema
- Opportunità industriali locali su manutenzione e ispezioni
Informazioni utili per ampliare la prospettiva
Termine da tenere a mente: “mixed core”. Significa caricare il nocciolo con assembly di due fornitori compatibili. La pratica, diffusa in Europa e Nord America, permette di passare gradualmente da un combustibile all’altro senza scossoni. Richiede più modellazione, più controlli e un dialogo serrato con l’autorità, ma offre vantaggi tangibili.
Esempio applicativo: con una base nucleare stabile, gli Emirati possono spingere su desalinizzazione e produzione di idrogeno a carico flessibile durante le ore di minore domanda. In uno scenario di rete con forte solare, il nucleare mantiene tensione e frequenza, mentre gli elettrolizzatori assorbono gli eccessi, riducendo i curtailment. Il rischio? Sovrapporsi a politiche di sostegno poco allineate. Il vantaggio? Un portafoglio elettrico più equilibrato che regge shock di prezzo e ondate di calore.
Attività connessa in crescita: servizi digitali per asset management nucleare. Dai gemelli digitali per il core alle ispezioni robotiche in vasca, l’adozione di strumenti predittivi migliora fattore di capacità e pianificazione dei fermi. Per chi forma competenze, qui si aprono nuove carriere tecniche ad alto valore, dalle simulazioni neutroniche alla scienza dei materiali.







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