L’India sta ridisegnando la propria mappa dell’energia. Francia e Russia si contendono un posto al tavolo, dai reattori di grande taglia ai moduli compatti e perfino a centrali galleggianti. Nuovi accordi industriali, scelte tecnologiche e regole sulla localizzazione definiranno tariffe, qualità dell’aria e lavoro qualificato per decenni.
Perché l’India è il premio che tutti vogliono
Nuova Delhi punta a un obiettivo ambizioso: arrivare a 100 GW di potenza nucleare installata entro il 2047, partendo da meno di 8 GW operativi oggi. La pipeline prevede un passaggio intermedio a 22 GW nel 2031 e l’aumento della quota nel mix elettrico dal 3% a circa il 9% entro metà secolo. Per i fornitori significa cantieri, ma anche contratti di carburante, servizi digitali e programmi di estensione vita, con ricavi ricorrenti.
Entro metà secolo, l’India punta a costruire l’equivalente di un parco nucleare nazionale completo dentro un’unica economia emergente.
- Target 2031: 22 GW e avvio di nuovi siti strategici
- Target 2047: 100 GW con mix di progetti domestici e importati
- Quota nucleare nel mix: da ~3% verso ~9% a parità di domanda in forte crescita
- Valore dei cantieri a due decenni: circa 172 miliardi di euro, prima di servizi e combustibile
Russia in vantaggio: la leva di Kudankulam
Mosca è entrata per prima e ha messo radici. A Kudankulam, nel Tamil Nadu, Rosatom ha consegnato due VVER‑1000 e ne sta costruendo altri due, mentre due blocchi aggiuntivi hanno già avviato i lavori. La proposta più recente mira a una nuova fase con VVER‑1200, reattori da 1.200 MWe di generazione più moderna già in esercizio in Russia e all’estero.
La strategia è chiara: standardizzare componenti, consolidare fornitori locali, formare tecnici indiani e usare questo ecosistema per accelerare progetti in altri mercati emergenti.
Per Rosatom, l’India è cliente e officina: luogo di vendita dei reattori e hub per fabbricare parti e stabilizzare le catene globali.
Dai gigawatt alle navi-centrali
Nei colloqui di Mumbai, oltre ai grandi impianti sono entrati nel perimetro i piccoli reattori modulari (SMR) e le centrali galleggianti, ispirate alla nave-centrale Akademik Lomonosov. Queste soluzioni interessano isole remote, porti industriali e corridoi costieri dove la rete è fragile o la domanda cresce più della capacità di trasmissione.
Il fascino sta nei tempi di costruzione più brevi, nella minore impronta a terra e nell’assemblaggio in fabbrica. Per un Paese che fatica su espropri e opere civili, è un argomento forte.
Localizzazione o niente
Ogni fornitore straniero accetta una condizione non negoziabile: produrre in India. Kudankulam ha già creato capacità locali in ingegneria civile, saldatura e controllo qualità. Ora Delhi vuole salire di livello sulla tecnologia.
- Coproduzione in India di componenti chiave
- Trasferimento di know-how su sicurezza e controlli digitali
- Squadre di manutenzione guidate da tecnici indiani
- Centri di formazione e partenariati accademici strutturati
Questo implica che i partner condividano più know-how rispetto alle prime ondate di cooperazione. In cambio, l’India punta a un ecosistema in grado di progettare, costruire e mantenere reattori con più autonomia.
La scommessa francese a Navi Mumbai
La Francia non può recuperare il vantaggio russo a Kudankulam, ma ha deciso di giocare la partita. A settembre 2025 Framatome ha aperto uffici a Navi Mumbai, non come semplice base commerciale, bensì come nodo per recruiting, training e ingegneria. La mossa si somma alle attività di Jeumont Electric (motori e sistemi elettrici) e di Corys (simulatori), con l’obiettivo di tessere una rete industriale coerente.
Tre le ambizioni principali: restare in gara per i sei EPR previsti a Jaitapur, posizionarsi su futuri SMR indiani e assicurarsi contratti di servizio di lungo periodo su centrali esistenti, inclusi upgrade di sicurezza e estensioni vita.
La Francia non guarda più all’India solo come acquirente di EPR: è un mercato test per servizi ad alto contenuto e, domani, per reattori più piccoli destinati a terzi Paesi.
Una rete elettrica sotto pressione
La domanda esplode: urbanizzazione, climatizzazione, data center e nuove ferrovie elettriche spingono i consumi. Le rinnovabili crescono, ma sono variabili; il carbone riempie i vuoti con costi ambientali e import energetici. Il nucleare fornisce potenza continua senza emissioni di carbonio e può stabilizzare il sistema, se i progetti arrivano in tempo e rispettano i budget.
Chi paga e chi costruisce
Attori pubblici e privati si muovono. NTPC ha segnalato piani per investimenti nell’ordine di decine di miliardi di dollari, spesso in joint venture con fornitori stranieri e società statali. Altri gruppi industriali valutano la generazione “captive” per stabilimenti energivori o la fornitura di componenti specializzati. Con SMR, filiera del combustibile, centri di addestramento e manutenzione pluridecennale, la dimensione economica può superare di molto i soli cantieri.
| Indicatore | Valore indicativo (India, 2025) |
|---|---|
| Reattori in esercizio | 24 |
| Capacità installata | circa 7,9 GW |
| Obiettivo 2047 | 100 GW |
| Quota nel mix elettrico | ~3% oggi, verso ~9% |
Geopolitica nell’Indo-Pacifico
La cooperazione nucleare rientra in un equilibrio più ampio. Delhi bilancia il legame storico con Mosca, il dialogo industriale con Parigi e il confronto con Washington sulla filiera del combustibile, tenendo d’occhio l’avanzata cinese. Ogni progetto viene vagliato per impatto sul valore aggiunto locale, sicurezza dell’approvvigionamento, possibilità di esportare ingegneria “made in India” e ricadute sulle alleanze nell’Indo-Pacifico.
Rischi e scommessa sugli SMR
I rischi sono concreti: ritardi, extra-costi, sicurezza, gestione dei rifiuti, decommissioning. Gli SMR aggiungono incognite su regolazione, licenze multiple e costi della produzione in serie. Eppure il formato modulare si adatta a coste industriali, distretti minerari lontani dalle grandi dorsali e impianti per idrogeno destinato a fertilizzanti o acciaio a basse emissioni.
Il banco di prova non saranno gli annunci, ma i dettagli: quanti tecnici indiani verranno formati, quanto rapidamente verranno autorizzati i nuovi progetti, quanto affidabili risulteranno i primi SMR in esercizio.
- Autorizzazioni: sincronizzare iter tecnici e finanziari riduce la probabilità di ritardi
- Catena di fornitura: qualificare fornitori locali per componenti nucleari di classe 1
- Finanza: combinare prestiti sovrani, export credit e modelli “build-own-operate”
- Accettazione pubblica: trasparenza su sicurezza, scorie e piani di emergenza
Cosa cambia per cittadini e imprese
Se la competizione verrà gestita con intelligenza, i benefici sono tangibili: meno interruzioni durante le ondate di calore, stabilità per fabbriche e metropolitane, minori emissioni locali. La pressione concorrenziale tra fornitori può portare finanziamenti più convenienti, più trasferimento tecnologico e standard più severi. Il rischio, al contrario, è frammentare le catene di approvvigionamento, chiudersi in una tecnologia non ottimale o alimentare diffidenza con cantieri mal gestiti.
Per le imprese indiane, si aprono nicchie ad alta specializzazione: saldature nucleari, pompe di sicurezza, valvole, sensoristica digitale, simulatori per la formazione, servizi di ispezione non distruttiva. Per studenti e tecnici, la domanda di profili in fisica dei reattori, materiali, cyber-sicurezza e data analytics crescerà con i nuovi impianti.
Informazioni utili per orientarsi
EPR e VVER‑1200 sono reattori ad acqua pressurizzata di ultima generazione, con sistemi di sicurezza ridondanti e controllo digitale avanzato. Gli SMR puntano sulla modularità: più unità piccole, assemblate in fabbrica e installate dove la rete è debole o lo spazio è limitato. La scelta tra grande impianto e SMR dipende da rete, domanda locale, tempi di autorizzazione e disponibilità di finanziamenti a lungo termine.
Nella pianificazione di sistema, il nucleare fornisce potenza di base e sostiene la flessibilità con accumuli e gestione della domanda. Un esempio pratico: un porto industriale sulla costa può combinare fotovoltaico sui tetti, eolico off-shore, un SMR per il carico di base e batterie per i picchi, riducendo importazioni di carbone e volatilità dei prezzi. Resta cruciale definire sin da ora fondi dedicati per scorie e smantellamenti e un calendario per gli impianti pilota, così da validare costi e affidabilità prima di una diffusione su larga scala.







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