Mentre l’anno volge al termine e le spese si moltiplicano, molti lavorano sodo eppure faticano a respirare finanziariamente. Un psicologo svela perché non è la matematica a intrappolare le persone, ma tre abitudini mentali che bloccano decisioni semplici e fanno deragliare i piani.
I tre tranelli mentali che prosciugano il portafoglio
Non sono una persona da soldi
La frase “sono negato con i soldi” sembra leggera, ma costruisce un’identità. Più la ripeti, più ti convincerai di non poter migliorare. Il risultato è prevedibile: rimandi scelte semplici, deleghi tutto a qualcun altro, ti allontani dai conti quando provi vergogna o imbarazzo.
Il meccanismo è psicologico: mente fissa contro mente di crescita. Con la mente fissa, ogni errore diventa prova della tua incapacità. Con la crescita, ogni inciampo diventa lezione. Non c’entrano le competenze reali. Persone competenti in lavori complessi possono irrigidirsi davanti a un estratto conto, perché l’argomento riattiva ricordi di litigi familiari, debiti passati o umiliazioni.
Cambia storia: da “non sono portato” a “posso imparare, un passo alla volta”. L’identità segue l’azione, non il contrario.
Primo passo concreto: niente controllo, solo contatto. Apri l’app della banca una volta al giorno e guarda. Nomina ciò che vedi e ciò che provi, senza alterare nulla. Crei così tolleranza emotiva e spegni l’evitamento automatico.
Comincio quando…
“Comincerò a risparmiare quando finisce il caos”, “investirò quando i mercati saranno calmi”, “mi occuperò dei debiti quando avrò tempo”. Questo è rinvio emotivo: proietti su un futuro te più lucido e disciplinato il compito che oggi ti mette ansia. La vita, però, non smette di essere piena.
Qui si vince con la micro-azione rituale. Scegli un momento ricorrente e legaci un gesto semplice. Dopo il caffè della domenica sposta una piccola somma. Al rientro del mercoledì apri un conto e scatti una “foto mentale” delle uscite. Il valore non è l’importo, è l’inerzia che cambia.
La partenza perfetta non esiste. Meglio iniziare storti oggi che aspettare un domani che non arriva.
Se non posso farlo perfettamente, lascio perdere
Il perfezionismo sembra rigore, ma punisce ogni scostamento. Un imprevisto e butti il piano. Una settimana difficile e dichiari “mese rovinato”. Qui la tua autostima diventa dipendente dall’esecuzione impeccabile, quindi ogni variazione suona come fallimento personale.
Antidoto: includi nel budget una zona elastica, una voce “succede la vita”. Allena l’aggiustamento minimo invece della riforma totale. Se sfori, sposta poco. Se salti un passaggio, riprendi dal successivo. Stai addestrando flessibilità, non impeccabilità.
- Riconosci la credenza che scatta (“non sono capace”, “più tardi”, “tutto o niente”).
- Agisci per 5 minuti senza grandi decisioni: guarda i movimenti, rinomina una spesa, trasferisci una cifra simbolica.
- Dai un nome all’emozione che senti: vergogna, paura, noia. Nominarla la rende gestibile.
- Ripeti la stessa micro-azione nello stesso momento della settimana.
- Quando salti, rientra senza insulti: la ripartenza è la vera abilità.
Che cosa fare già questa settimana
Tre mosse piccole, una per tranello. Servono minuti, non ore, e funzionano anche con bambini in casa o turni serrati.
Per “non sono una persona da soldi”
Diario dei 60 secondi. Ogni giorno apri l’app, osserva entrate e uscite, registra una riga: “oggi ho visto X, ho provato Y”. Alleni l’esposizione senza schiacciarti sulla performance.
Per “comincio quando…”
Ancora temporale. Collega il gesto a un evento fisso che già esiste: dopo la spesa, sposta una cifra; dopo la palestra, controlla un conto; prima di dormire il martedì, archivia una bolletta. Il cervello ama gli ancoraggi.
Per il perfezionismo
Piano imperfetto dichiarato. Inserisci una voce “margine” e una “quota piaceri consentiti”. Decidi che un imprevisto non tocca la tua autostima. Togli dramma, mantieni rotta.
| Tranello | Perché scatta | Contromossa rapida |
|---|---|---|
| Identità fissa | Vergogna, ricordi dolorosi, credenze familiari | Contatto quotidiano di 60 secondi senza modifiche |
| Rinvio emotivo | Ansia anticipatoria e sovraccarico | Un gesto rituale legato a un momento ricorrente |
| Perfezionismo | Paura del giudizio e del fallimento | Zona elastica nel budget e micro-aggiustamenti |
Costanza imperfetta batte disciplina feroce a intermittenza. La ripetizione gentile cambia i conti nel tempo.
Relazioni, lavoro e cultura del confronto
In coppia, i soldi accumulano storia ed emozioni. Prima dei numeri, scambiatevi narrazioni: cosa avete imparato da piccoli, cosa vi spaventa oggi, cosa considerate “sicuro”. Racconti chiari riducono conflitti e creano linguaggi comuni, utili quando compaiono bollette inattese o spese per i figli.
Nel lavoro, il tema è simile. Molti professionisti brillanti evitano preventivi, compensi, negoziazioni. Il cervello li protegge dall’imbarazzo rifugiandosi nel “poi vedo”. Schedula un quarto d’ora settimanale dedicato solo a tre azioni: inviare una fattura, rivedere una voce di costo, chiedere un aggiornamento di pagamento. Poche mosse, sempre quelle, finché diventano riflesso.
Strumenti pratici a prova di vita reale
Usa regole che resistono ai periodi intensi. Regola del “due minuti”: se una scelta di denaro richiede meno di due minuti, falla subito. Regola del “minimo vitale”: quando la settimana è ingestibile, mantieni solo il gesto-ancora (apri l’app, sposta la cifra simbolica). Togli frizione, mantieni ruolo attivo.
Piccola simulazione utile: metti da parte 10 euro a settimana in un salvadanaio digitale. In un anno breve accumuli una cifra che copre una manutenzione o un regalo imprevisto. Se ogni mese aggiungi anche gli “arrotondamenti” degli acquisti, il cuscinetto cresce senza pesare. Non è l’importo iniziale a fare la differenza, ma la ripetizione e l’aumento graduale quando respiri meglio.
Quando l’email della banca fa venire lo stomaco in gola, conta 60 secondi e compi un gesto piccolo. Decidi di restare presente.
Segnali pratici per capire se stai sbloccando la mente
- Parli di soldi con un tono più neutro e usi parole specifiche invece di etichette (“sono un disastro”).
- Hai un momento fisso della settimana in cui tocchi i tuoi conti, anche per poco.
- Quando sfori, correggi di poco e vai avanti, senza buttare l’intero piano.
- Deleghe consapevoli: chiedi aiuto su temi tecnici, ma resti in contatto con le decisioni.
Approfondimenti utili per allargare il quadro
Esercizio dei “fondi con nome”: battezza tre mini-fondi con parole che contano per te (sicurezza, serenità, opportunità). Spostare piccole somme verso parole che raccontano la tua direzione cambia la motivazione. Se chiami “serenità” il tuo cuscinetto imprevisti, il cervello smette di vederlo come privazione e lo registra come protezione.
Attività gemella: igiene digitale dei pagamenti. Una volta al mese rivedi abbonamenti, rinnovi e servizi dormienti. Cancella ciò che non usi, negozia ciò che puoi ridurre, aggrega le scadenze nello stesso giorno per semplificare. Riduci rumore, liberi attenzione, abbassi il rischio di sorprese. Se vivi in coppia, pianifica un “check da divano” di 15 minuti con regola d’oro: niente accuse, solo due domande ciascuno — cosa funziona e cosa va alleggerito.







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