Riscaldamento, l’errore che fa aumentare i consumi: spegnere o abbassare? Il consiglio per ridurre la bolletta

Riscaldamento, l’errore che fa aumentare i consumi: spegnere o abbassare? Il consiglio per ridurre la bolletta

Riscaldamento, l’errore che fa aumentare i consumi: spegnere o abbassare? Il consiglio per ridurre la bolletta

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Spegnere tutto o abbassare di qualche grado? Il dubbio brucia tanto quanto il gas. Qui andiamo dritti al punto: come ridurre davvero i consumi senza trasformare il soggiorno in una grotta gelida.

La scena è questa: rientri la sera, le mani intirizzite, la cucina che profuma di zuppa e i caloriferi appena tiepidi. Tiri giù la sciarpa, guardi il termostato e sospiri. Ieri hai spento tutto per risparmiare, oggi ti ritrovi a “sbrinare” casa per un’ora. La settimana scorsa, invece, hai tenuto una temperatura costante e la bolletta ti ha punito. Ci siamo passati tutti, in quel tira e molla tra comfort e numeri. Un vicino giura che spegnere è l’unica via. Tua sorella dice l’opposto. E intanto l’aria, tra difese e compromessi, si fa fredda. La domanda resta sospesa sul corridoio come una sciarpa al chiodo. Chi ha ragione?

Spegni o abbassa? Il cuore del malinteso

Molti pensano che spegnere il riscaldamento ogni volta che si esce sia la scelta più efficiente. L’idea è intuitiva: se non scaldi, non paghi. **Errore numero uno: generalizzare**. Gli edifici non sono tutti uguali. Un appartamento ben isolato trattiene calore e conviene tenerlo in “mantenimento”. Una casa datata disperde in fretta: lì lo spegnimento temporaneo torna utile. Il vero nodo sta nell’inerzia termica della casa. Quanto lentamente si raffreddano i muri? La risposta decide la strategia.

Prendiamo due casi. Casa A: cappotto termico, doppi vetri, termosifoni in ghisa. Se spegni alle 8 e torni alle 18, ritrovi 18-19 °C. Basterà un boost lieve per tornare a 20-21 °C. Casa B: anni ’70, infissi stanchi, spifferi. Spegni alle 8, rientri alle 18 e misuri 15 °C. Qui il sistema deve correre, scaldare aria e superfici fredde, e contrastare dispersioni continue. Il paradosso è che in Casa A la “modalità ridotta” vince spesso; in Casa B, off netto durante le lunghe assenze può rendere più del mantenimento. Concretezza batte abitudine.

C’è anche la fisica del comfort. Non sentiamo solo la temperatura dell’aria, ma quella delle superfici. Muri freddi = freddo percepito. Se tieni un filo di calore, le pareti non “crollano” di temperatura e la ripresa è dolce. Se lasci scendere tutto, l’impianto farà il suo dovere, sì, ma tu avrai freddo più a lungo a parità di grado. Qui entra la regola empirica: ogni grado in meno vale un risparmio del 6-10% annuo. Abbassare a 18-19 °C di notte o quando sei fuori spesso conviene. Spegnere completamente ha senso solo quando l’assenza è lunga e la casa disperde molto.

La mossa giusta per tagliare la bolletta

La strategia base è questa: usa il cronotermostato in tre step. Giorno vissuto: 20 °C in soggiorno (19 se porti una felpa). Fasce di assenza: 17-18 °C come “setback”. Notte: 16-17 °C, con porte interne chiuse. **La regola dei 19 °C** come pilota funziona sorprendentemente bene. Se hai pompa di calore, meglio ancora una linea stabile con riduzione soft, mai on/off drastici. Ogni impianto ha il suo ritmo: trova quello della tua casa, non quello del vicino.

Gli errori più comuni? Tenere il termostato alto “per far partire prima” e dimenticare le valvole dei radiatori tutte aperte. Diciamoci la verità: nessuno regola le stanze ogni mattina e ogni sera con precisione svizzera. E va bene così. Punta almeno a due scene automatiche: giorno e notte. Infissi socchiusi? Costano. Dieci minuti di ricambio aria, ma deciso e con termosifoni ridotti. E riduci i ponti termici domestici: tappeti sul pavimento freddo, guarnizioni alle finestre, tende pesanti la sera. Sono dettagli che sommano gradi di comfort e euro risparmiati.

Un tecnico esperto me l’ha detto in corridoio, con la tuta sporca di calce:

“Non è spegnere o non spegnere. È capire quanto lentamente la tua casa perde calore e regolare di conseguenza.”

Per fissare le priorità, tieni a portata di mano questo promemoria:

  • Usa il cronotermostato con due scene minime: giorno/notte.
  • Abbassa di 1-2 °C nelle assenze brevi; spegni solo oltre 24-48 ore.
  • Con pompa di calore: temperature stabili e mandate basse.
  • Con caldaia a condensazione: notte a 16-17 °C, ritorni tiepidi per farla lavorare in condensazione.
  • Ogni grado in meno pesa fino al 10% di risparmio annuo.

Numeri chiari, gesti semplici

Facciamo due conti, senza ansia. Un appartamento medio a gas può consumare 900-1200 m³ a stagione. Tagliare di 1,5 °C in orari mirati può limare 80-120 m³. A 0,90 €/m³, parliamo di 70-110 € in meno. Con pompa di calore, ridurre la mandata da 45 a 40 °C e impostare un setback notturno delicato porta spesso a -10/-15% sui kWh. Numeri che si sentono nel portafogli, non solo nel grafico.

Ci sono abitudini che fanno la differenza. Sfiata i radiatori a inizio stagione, isola le tubazioni scoperte in cantina, sposta i mobili che schermano il calore. Uno specchio sopra il calorifero? Bellissimo, ma ruba resa. E non inseguire i gradi alti in bagno lasciando freddo il resto: si crea condensa. *Meglio un calore diffuso e due minuti in più di phon.* Per l’acqua calda sanitaria, 48-50 °C bastano nella maggior parte dei casi. Meno calcare, meno sprechi, meno scottature.

Quando conviene davvero spegnere del tutto? Viaggi lunghi, weekend fuori in case molto disperdenti, emergenze. Se chiudi per più giorni, porta a 12-14 °C per evitare shock termici e problemi di umidità. **Il cronotermostato è il tuo alleato**: programma il ritorno con anticipo, così rientri e trovi tepore già “assestato”, non un forno improvviso. E ricorda il comfort radiante: se puoi, scalda l’involucro con tempi un filo più lunghi e meno intensi. Il corpo ringrazia, la bolletta anche.

Prova, osserva, aggiusta: la regola d’oro

Qui non esiste la bacchetta magica. Esistono i dati di casa tua: quanto scala la temperatura dalle 8 alle 18? Qual è la minima notturna con 17 °C impostati? Dopo una settimana di test avrai il tuo profilo. Scatta una foto al termometro interno al mattino, un’altra la sera. Segna costi e ore di funzionamento. Piccoli esperimenti battono qualsiasi consiglio calato dall’alto. Se vivi al primo piano sopra cantine gelide, non fai il gioco di chi abita al penultimo con cappotto.

Punto chiave Dettaglio Interesse per il lettore
Setback mirato 17-18 °C in assenza, 16-17 °C la notte Risparmi fino al 10% senza rinunciare al comfort
Spegnere vs abbassare Spegni solo per assenze lunghe o in case molto disperdenti Evitare i picchi di consumo al rientro
Adatta all’impianto Pompa di calore stabile, caldaia con ritorni tiepidi Impianto più efficiente e bolletta più leggera

FAQ :

  • Meglio 20 °C fissi o 19 °C con setback?Per molti appartamenti conviene 19 °C con riduzione mirata: meno consumo, comfort simile grazie a muri meno freddi.
  • Spegnere di notte fa male all’impianto?No, se il calo è graduale. Evita salti estremi: tieni 16-17 °C e ripartenze morbide.
  • Con la pompa di calore conviene spegnere quando esco?In genere no. Meglio abbassare di 1-2 °C e mantenere mandate basse per non perdere efficienza.
  • Ogni grado in meno quanto fa risparmiare?In media 6-10% sui consumi annui di riscaldamento, varia con isolamento e abitudini.
  • Valvole termostatiche: le imposto tutte uguali?No. Soggiorno più caldo, camere leggermente più fresche. Così l’impianto lavora meglio e consumi meno.

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